Un defibrillatore salvera’ il paese

21 Luglio 2012 di Mauro Lattuada
Robin Hood
Categoria: Sherweb / Tecnologia | Commenta

Recenti incidenti sui campi di calcio hanno riportato alla ribalta la questione dell’ uso e della “necessita’” della diffusione dei defribrillatori in Italia. Tema discusso (e costoso) che, come sempre, stiamo approciando da Italiani senza molta logica ma con tante spese. Qui potete vedere come a Perugia se ne siano appena installati 40, prevedendone 100 entro il 2013. Spesa? modici 200.000 €. Come se la sola presenza capillare fosse realmente in grado di garantire la sopravvivenza di un paziente. Da soccorritore che ha fatto 10 anni di ambulanza, senza (per legge, avrei commesso abuso della professione sanitaria, punito dall’art. 348 del Codice Penale.) poter toccare un defibrillatore anche se lo avevo a bordo e trasportavo un arresto cardiaco, mi sono fatto qualche domanda. Ho cosi’ scoperto che la norma che regola l’uso del defibrillatore manuale (pilotabile solo da personale medico, che sia questo chirurgo o anestesista) viene “risolta” con la versione semi automatica (DAE) recentemente immessa sul mercato. La fondamentale differenza delle due tecnologie sta nel fatto che la seconda sostituisce in buona parte il lavoro della prima, permettendo (se ben applicati) agli elettrodi di valutare lo stato in vita, predisporre l’eventuale carica e impostare potenza e durata. Tutto bello, direte voi, siamo sicuri?

Lo strumento di cui parliamo va utilizzato in accompagnamento ad altre pratiche, non semplici, quale respirazione artificiale e massaggio cardiaco, entrambe manovre che vanno eseguite SOLO a cuore fermo, e con conoscenza della materia. Questo presuppone, che ce ne vogliamo rendere conto o meno, che se non e’ garantita la presenza di personale umano piu’ che ben addestrato e’ impossibile credere che una tecnologia risolva quanto per 20 anni non e’ stato permesso farre ad un soccorritore su un’ambulanza. La prima differenza che si nota tra la comunicazione governativa, che sostiene che puo’ essere usato dal cittadino comune, e quella tecnica (la norma) e’ che non c’e’ alcuna coerenza con questa capillare diffusione.

C’e´ inoltre da dire che la materia e’ tra le piu’ complicate, in America (dove sono avanti di vent´anni con queste tecnologie) la pre impoostazione del defibrilaltore per l’ uso attivo avviene dietro parere medico remoto (sala medica d’emergenza centrale che coordina le emergenze urbane con diagnosi in tempo reale del paziente) e con autorizzazione in firma elettronica, il velato sospetto che un motivo ci sia e’ lecito che venga.

Io, nonostante l’esperienza maturata sul campo sia in ambulanza che sugli elicotteri della Protezione Civile, non rientrerei mai (come dice il proclama del sito) tra quei cittadini che lo utilizzerebbero su un infartuato se me ne trovassi d’improvviso davanti uno, e tenderei sinceramente a sconsigliarlo a quanti potesse accadere di trovarsi in questa situazione: l’errore del soccorritore, in Italia, e’ regolato da una legge che ci rende responsabili dell’eventuale danno cagionato. Lo scricchilio di una costola che si frattura durante una massaggio cardiaco salva vita puo’ diventtare una richiesta danni civile da parte del paziente, e prima di attaccarlo a due elettrodi che agiranno sul suo cuore ci penserei 1000 volte.

Ma la domanda che mi pongo, piu’ dei dubbi di chi sia felice della presenza di un defibrilaltore ogni 2 kilometri, e’ perche’ non siamo partiti (chesso’) con un defibrillatore semi automatico dentro ogni ambulanza, ogni autopompa, ogni autopattuglia con quel personale, quello abituato a correre a sirene spiegate, addestrato e pronto a salvare una vita in piu’. La spesa derivante sarebbe nettamente inferiore, il benefici sociale mille volte piu’ possibile ad alto, invece continuiamo a comprare defibrillatori per stadi in cui non ci sono ambulante a bordo campo con personale medico sanitario addestrato e pronto ad intervenire.

Investire in risorse umane, formazione, prevenzione invece di regalare miliardi ai produttori del defibrillatore semi automatico che probabilmente non usera’ mai nessuno, a 2.000 € al pezzo? Non lo so, ma me lo chiedo, e vi chiedo, se vi capita di incontrarmi durante un infarto, a meno che non siate dei medici o dei soccorritori ben addestrati, di lasciarmi li e al massimo pubblicare qualche tweet sull’argomento per avvisare i miei amici, lo trovo meno rischioso che l’opzione “ti salvo io” ;-).

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