Ambiente, Energia e Finanza, un triangolo per immagine
Talvolta qualcuno mi esterna una certa difficoltà a comprendere cosa leghi ambiente, energia e finanza; non manca chi, scettico, manifesta perplessità circa questo accostamento. Nel corso degli anni mi sono allora costruito una mia immagine grafica anzitutto per rafforzare certe mie convinzioni, poi per aiutarmi nella comunicazione.
Ed allora penso ad un triangolo, inizialmente equilatero. Nomino i tre vertici con la “A” di Ambiente, la “E” di Energia, la “F” di Finanza. Cosa succede se io provo a spostare uno solo dei vertici. Il triangolo si stira, diventa isoscele, c’è un vertice che prova a fuggire, frenato dagli altri due, se a spostarsi è più di un vertice, il triangolo diventa scaleno, perde ogni simmetria, appare “squilibrato”. Questa immagine mi aiuta a far comprendere che ogni scelta in campo ambientale, pur apparentemente condivisibile ed encomiabile, può deformare il triangolo e generare squilibri.
Per esempio, parlare di ambiente spesso equivale a discutere di inquinamento. Tutti vorrebbero ridurre l’inquinamento, ma troppo pochi sono disposti a fare rinunce per raggiungere lo scopo.
Non è un mistero che uno dei parametri di misura del benessere è il PIL: più è alto il PIL pro capite, più si vive bene sia in termini quantitativi (elevata aspettativa di vita media) sia in termini qualitativi (condizioni di vita agiata); pur tuttavia, i paesi con elevato PIL pro capite sono sempre caratterizzati da elevati consumi energetici pro capite. Infatti, agio, confort e ricchezza non sono tipici di chi spinge l’aratro mediante animali, bensì mediante un trattore che per funzionare brucia un combustibile ovvero genera inquinamento. E più il trattore è potente, più necessita di energia, più genera inquinamento. E se io provo a mettere un filtro allo scarico per ridurre le emissioni inquinanti, il filtro mi fa consumare ancora più combustibile perché riduce il libero fluire dei gas di scarico ovvero introduce un’ulteriore resistenza da vincere. Mi chiedo: “Potrei utilizzare un motore elettrico che è “pulito”? In questo caso, però, devo capire come produco l’energia elettrica che alimenta il motore. Perché se proviene da una centrale a carbone, il funzionamento del trattore elettrico è subordinato all’immissione in ambiente di polveri e residui carboniosi; se proviene da una centrale nucleare, il trattore non può muoversi senza generare scorie radioattive; se, però, proviene da fonte rinnovabile il trattore sembra funzionare senza produrre impatto ambientale. Ma è davvero così?
Pensiamo al fotovoltaico: in generale, gli impianti fotovoltaici occupano spazio, tanto spazio, così tanto spazio che potrebbe non rimanere terra in misura sufficiente a sfamare tutti.
Pensiamo all’eolico che, secondo alcuni, è fortemente impattante sotto il punto di vista visivo, nonché altera gli ecosistemi naturali generando rumore, ammazzando uccelli, influenzando i flussi migratori anche di specie non volatili.
Penso anche all’idroelettrico che necessita di enormi invasi che sicuramente modificano orografie territoriali, ecosistemi locali e, comunque, alterano la bio-diversità naturale.
In ogni caso, al mondo finanziario interessano i ritorni sul capitale investito, non distinguendo se gli investimenti finanziati servono a soddisfare le necessità di molti o il lusso di pochi, disinteressandosi se ci sono specie animali che possono estinguersi o comunità montane costrette a cancellare dalla propria mente i luoghi nei quali hanno vissuto e sono cresciute.
La verità è che tutti, in una continua ricerca di migliori condizioni di vita, non si fanno scrupoli di consumare energia a più non posso; purtroppo, però, sempre più spesso ignorano, dimenticano o fanno finta di dimenticare che in questa affannosa ricerca diventano essi stessi causa dell’inquinamento che proclamano di voler contrastare.
E il triangolo aiuta a ricordare che se applico una forte spinta solo in E (disinteressandomi di cosa accade in A o in F) il triangolo si deforma, perde in armonia, diventa squilibrato. Perché non c‘è azione energetica che possa essere portata avanti senza adeguati finanziamenti e senza impatto ambientale (sia pur minimo).